Risulta essere un fatto storico assodato che l’italiano si sia diffuso artificialmente all’interno della nostra Nazione come una lingua letteraria, posto che – all’interno delle singole Regioni – la lingua parlata in molti casi corrisponde ad una variante locale dell’italiano, ad un dialetto, oppure, come nel caso del Trentino – Alto Adige, ad una lingua diversa.
Ecco che allora, anche il dibattito politico – nei pochi casi in cui non sceglie di cedere il passo ai sempre più presenti ed ingombranti inglesismi – è costretto, per cercare di introdurre un nuovo concetto, a passare necessariamente per la scrittura.
Capita così che, una certa parte politica (la sinistra), scelga di annacquare una pratica disumanizzante come l’utero in affitto attraverso l’introduzione di termini positivi, come ad esempio “maternità surrogata”, “maternità solidale” o “gestazione per altri”.
E’ tuttavia evidente come un semplice tratto di penna non possa e non debba essere in grado di cancellare o di ammantare di finta solidarietà una pratica aberrante che altro non è, se non un contratto di affitto che prevede una compravendita di esseri umani, lesiva della dignità della donna e dei diritti del nascituro. Passarci sopra è disumano.
Ben venga quindi l’approvazione, da parte della Camera dei Deputati, del progetto di legge che ribadisce come questa moderna forma di sfruttamento del ricco sul povero, sia e resti – al di là della denominazione che vogliamo dargli – un reato universale. Un’iniziativa legislativa, questa, che va nella direzione di contrastare il processo di disumanizzazione intrapreso e tanto caro a certi sinistri. Non possiamo rassegnarci al fatto che il disumano domini sull’umano.
Cons. Claudio Cia – Presidente del Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia
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La lettera su “Il Nuovo Trentino” del 29.07.2023:
La lettera su “L’Adige” del 02.08.2023:
La lettera su “Il T quotidiano” del 02.07.2023: