C’è sempre stata un’opinione comune secondo la quale le Valli del Trentino vivessero sempre in una “botte di ferro”: assenza di sicurezza, crisi dei valori morali, precarietà legata alla disoccupazione sembravano tutti demoni che non avrebbero mai trovato spazio nelle periferie.
Purtroppo le cose non stanno più così: l’emergenza principale attualmente resta il lavoro e le Valli Giudicarie in merito ne sanno qualcosa. Preoccupa molto la situazione delle aziende ISAF e ora anche la SAPES di Storo e Borgo Chiese nelle quali, secondo alcune indiscrezioni, sarebbero in discussione i rispettivi destini. C’è chi parla di avvicendamenti societari o passa mano di proprietà soprattutto per quanto concerne ISAF.
Fino a due anni fa o poco più il gruppo SAPES-Officine Giudicariensi occupava, nei due stabilimenti di Borgo Chiese e Storo, ben 160 dipendenti rispetto ai 104 di adesso. Preoccupa molto il fatto che tale numero sia destinato ad essere ulteriormente ridimensionato se è vero, come pare, che dal prossimo anno altri 7-8 dipendenti saranno collocati in mobilità, quando invece fino a poco tempo fa la parola mobilità non apparteneva al linguaggio Sapes.
Tale gruppo, che un tempo faceva riferimento alla famiglia Miglio, da diversi anni a questa parte è rappresentato da una famiglia domiciliata a Ponte Caffaro, che già per il passato sembra aver gestito altre aziende poi finite per essere rottamate, tra le quali Acta, Cotonificio Cima Rossa e poi Master Legno. Precedenti poco rassicuranti né confortanti, che comunque hanno lasciato il segno.
A questo punto è lecito chiedere lumi all’Assessore competente per capire come in passato si sia mossa la Provincia nei confronti di questa Azienda e quale sarà il suo futuro e soprattutto cosa devono aspettarsi le tante famiglie che da essa traggono il proprio sostentamento.
Premesso quanto sopra, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- se può elencare tutte le eventuali sovvenzioni che la Pat, anche attraverso le proprie agenzie, negli anni passati ha elargito a favore delle sopracitate aziende, Isaf e Sapes comprese;
- chi sono gli effettivi soci di Sapes e a chi appartengono gli immobili occupati compresi quelli di Master Legno e quale rapporti hanno la Pat e Trentino Sviluppo con quelle aziende e suoi referenti;
- se è possibile sapere dove risulta la sede legale delle sopracitate aziende;
- se la Pat è a conoscenza di eventuali sofferenze bancarie legate ai gruppi menzionati;
- se i mutui eventualmente attenuti risultano coperti da garanzie e in tal caso quali; nel caso tali garanzie venissero meno, come intende muoversi la Pat.
A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.
Cons. Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “Trentino” del 5 gennaio 2017: