Vasca olimpionica comunale, quale futuro?

Non è un mistero il fatto che, quando qualcuno fa acquisti usando i soldi altrui, tende ad essere poco accorto nel ponderare e nello spendere.

Questo succede, spesso e volentieri, quando è in gioco il denaro pubblico, tanto più se chi lo amministra, quando ne fa un cattivo uso, non ne risponde con il proprio portafoglio.

Un esempio di tale cattiva amministrazione, a mio avviso, è l’aver acquistato, nell’anno 2002, una struttura pressostatica per la copertura della vasca olimpionica comunale esterna del Centro Sportivo G. Manazzon sita in via Fogazzaro a Trento per renderla utilizzabile anche nei periodi autunnale e invernale. Ciò ha permesso, fino al 2005, l’utilizzo di tale spazio a diverse società sportive dedite alla formazione di nuotatori di vario livello.

Fin dall’inizio la struttura pressostatica ha evidenziato dei limiti che di fatto penalizzavano l’accesso e l’utilizzo della piscina:

  1. l’accesso era consentito ai soli utenti nuotatori e il numero massimo di presenze contemporanee era limitato a 100 unità;
  2. gli utenti che avevano libero accesso agli spazi acqua di tale struttura erano unicamente quelli appartenenti alle società sportive in grado di garantire a proprie spese il servizio di assistenza bagnanti non essendo questo garantito dall’Asis;
  3. gli allenamenti degli atleti potevano avvenire solo “a porte chiuse” senza la presenza di pubblico;
  4. per poter utilizzare la vasca a pieno regime e senza vincoli nel periodo estivo, ad aprile la copertura doveva essere smontata per poi essere nuovamente assemblata a settembre;
  5. i costi di gestione e manutenzione della stessa assorbiva notevoli risorse economiche: ca. 225.000,00€ per 9 mesi all’anno;
  6. lo sforzo economico era compensato dalle entrate solo per il 10,5%: ca.24.000 €.

Un buon amministratore, prima di spendere denaro per acquistare una tale struttura, avrebbe dovuto documentarsi e soppesare i pro e i contro per capire che tale soluzione, pur nobile nelle intenzioni, si sarebbe rivelata un fallimento.

Infatti è dal 2005 che la struttura pressostatica è depositata a “marcire” presso un magazzino del comune, mentre la vasca olimpionica rimane inutilizzata per almeno 9 mesi all’anno. Se poi eventi meteorologici rendono la stagione estiva fredda e/o piovosa l’utilizzo appieno di tale piscina risulta essere ulteriormente problematico, riducendo o togliendo così, per l’utenza, la possibilità di far nuoto anche nei mesi estivi essendo le altre piscine, presenti all’interno del manufatto del Centro Sportivo G. Manazzon, chiuse al pubblico durante l’estate. Da ciò ne viene che ad essere penalizzata è sia l’utenza associata (società sportive) che individuale.

Da questa premessa la domanda giunge spontanea e per questo il sottoscritto consigliere comunale interroga il signor Sindaco per sapere:

  • se chi ha autorizzato l’acquisto della struttura pressostatica in oggetto si era sufficientemente documentato per giustificare tale spesa;
  • se c’è un valido motivo perché a tutt’oggi non si è provveduto ad alienare tale struttura in modo da recuperare almeno le briciole di quanto era stato speso;
  • se l’amministrazione, dopo tanto spendere inutilmente, intenda individuare risorse e modalità per prendere in seria considerazione un progetto per realizzare una copertura della vasca olimpionica che, priva delle criticità sopra esposte, ne consenta l’uso continuativo durante tutto l’arco dell’anno per ampliare gli spazi d’acqua per l’utenza, associata e individuale, che possa tener conto delle esigenze sia sportive che di salute.

 

 

Esito dell'iniziativa

 

L’assessore competente ha risposto. Leggi l’estratto del verbale della seduta consiliare.

 

 

Allegato:

 

Risposta interrogazione – vasca olimpionica comunale

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