Via Spalliera, un danno non ancora risarcito

Era l’8 febbraio del 2008 quando sulla prima collina di Trento si consumò una quasi tragedia: un masso enorme si staccò dal fronte di scavo di un cantiere schiacciato sulla roccia fra due abitazioni di via della Spalliera. Il masso precipitò verso valle travolgendo la dimora sottostante abitata da tre anziane donne, le sorelle Pedrotti, che solo per miracolo se la cavarono.

Anche per i proprietari dell’abitazione sovrastante, la famiglia Villotti, non mancarono i problemi: parte del loro terreno fu coinvolta nell’evento franoso e da subito fu emessa un’ordinanza che, affermando l’esistenza di una situazione di pericolo, ne impedì l’utilizzo di una porzione della proprietà.Nel dicembre 2012, dopo numerose perizie tecniche, si è finalmente chiuso il procedimento penale per disastro colposo con 5 condanne: il distacco dello sperone di roccia non è stato infatti ritenuto un evento ineluttabile, bensì il risultato di carenze del piano geologico e di mancati controlli in fase di avanzamento dei lavori su un’area ritenuta a rischio idrogeologico. Tra i condannati la Saf Costruzioni. Vicenda conclusa? Niente affatto. Resta tutt’ora in piedi, infatti, l’ordinanza comunale che dall’11 febbraio 2008 attesta l’esistenza di una situazione di pericolo sul terreno della famiglia Villotti, la quale ha pure subito il crollo di parte della proprietà, mai reintegrata. Fino ad oggi non v’è stato alcun intervento idoneo a ripristinare il terreno ed a condurre alla revoca dell’ordinanza interdittiva sopra richiamata. Eppure il Comune di Trento aveva a suo tempo riferito, ai signori Villotti, l’impegno a concedere l’autorizzazione alla ripresa dei lavori alla Saf Costruzioni solo qualora la stessa si fosse attivata concretamente per risolvere anche le problematiche create ai vicini sovrastanti. Non è andata così giacché risulta che, proprio in questi giorni, sia stata rilasciata una nuova concessione edilizia alla Saf Costruzioni! Probabilmente se al posto della famiglia Villotti ci fosse stata la famiglia di qualche politico che conta, la vicenda avrebbe avuto tutt’altro epilogo.

Esito dell'iniziativa

 

Fonte:

 

Claudio Cia – “l’Adige” – 20 aprile 2012

 

(pubblicata anche sul Trentino)

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