La vicenda “Itas” giorno dopo giorno assomiglia sempre di più al vaso di Pandora, che storicamente è il simbolo mitologico che identifica il contenitore di tutti i mali che l’uomo può compiere o subire in vita. Coincidenza vuole che l’ex direttore all’interno della stessa società pare venisse chiamato proprio «Zeus» che, guarda caso, nella mitologia greca è ritenuto un abile manipolatore e stratega, oltre ad aver ordinato ad Efeso di creare Pandora, il cui mito e legato a quello del vaso che lo stesso Zeus le avrebbe affidato.
Ora che è stato aperto il vaso, ecco fuoriuscire il lato oscuro delle vicende Itas, tanto celato negli anni e ignorato dai più. Non tutti però erano all’oscuro e non meraviglierebbe scoprire che tra i «divini» che si abbeveravano al tempio di Zeus ci possano essere anche dei politici, soprattutto di quelli che contano. D’altra parte bramosia di denaro e di potere sono tra loro affini e una non disdegna la compagnia dell’altra. Il rischio è che simili comportamenti possano aver condizionato e dettato aspetti dell’agenda politica della nostra Provincia.
Queste e simili vicende rafforzano nei cittadini la convinzione che in Trentino la mafia non c’è, solo perché si ha paura di parlarne e di denunciarne le sue subdole forme, e si preferisce parlarne stando nell’ombra.
Premesso quanto sopra, si interroga la Giunta provinciale per sapere:
- quante, quali e con chi sono state stipulate assicurazioni da parte della Provincia negli ultimi 5 anni e per quali importi;
- quante a quali sono le assicurazione stipulate dalla Provincia con Itas sotto la dirigenza dell’ex direttore Ermanno Grassi e per quali importi.
A norma di regolamento, si chiede risposta scritta.
Cons. Claudio Cia
L’articolo sul quotidiano “l’Adige” del 19 aprile 2017: