A mio avviso non si può enfatizzare una sola violenza di genere. Il problema è che occorre rispettare la libertà e la dignità delle persone all’interno delle relazioni familiari e di coppia sempre e comunque.
Dai conflitti fonte di dolore entrambi i generi escono umiliati e sconfitti. Sbagliato, quindi, accendere i riflettori mediatici solo sulla parte più debole, che nell’immaginario collettivo è rappresentata dalla donna, quando questi conflitti relazionali esplodono. Quando si parla di violenza di genere non si può non considerare la violenza che non traspare dalle cronache perché non muore nessuno, ma che genera negli uomini una violenza che li spinge a togliersi la vita. Non troveremo mai questi casi rubricati come violenza di genere, perché vengono classificati come suicidi indotti dall’esasperazione psicologica e dalla disperazione, dall’allontanamento dagli affetti più cari – i figli – e dalla perdita della casa, dalla perdita del lavoro e della dignità…
Non bisogna mai dimenticare, parlando di violenza di genere, che i generi sono due e che entrambi possono assumere il ruolo di vittima e carnefice.