Sono arrivate allo scrivente numerose segnalazioni circostanziate in merito alla criticità venutasi a creare a seguito dell’emergenza Covid, nell’effettuazione delle visite di Medicina Legale. Succede che – a seguito dell’accertamento del bisogno da parte del medico di medicina generale – il cittadino si rivolga all’APSS per una visita presso la Medicina Legale finalizzata a stabilire il grado di invalidità e per la verifica della sussistenza dei requisiti necessari a ottenere l’Assegno di Accompagnamento. A causa della pandemia, la visita non viene fatta in presenza, quindi il grado di invalidità non viene accertato a seguito di un esame obiettivo del paziente, ma il medico legale si basa solamente sulla documentazione presentata a corredo della domanda.
A seguito della valutazione e a distanza di mesi – anche in periodo pre Covid i tempi di attesa per la visita erano gli stessi – al richiedente viene recapitato il certificato della Medicina Legale che attesta il grado di invalidità (e l’idoneità per l’accesso ai presidi sanitari gratuiti). Spesso nel documento viene anche determinata e dichiarata la mancata necessità di “continuità assistenziale” e quindi il mancato riconoscimento dell’Assegno di Accompagnamento, disattendendo nei fatti quelle che invece erano le originarie indicazioni pervenute da parte del Medico richiedente. E’ incomprensibile come in un certificato che ha valore legale venga negata la necessità di una continuità assistenziale del paziente in assenza di una visita in presenza.
Si chiede alla Giunta se sia a conoscenza di quanto riportato e se non ritenga doveroso intervenire per correggere un tale modus operandi che nega a prescindere un aiuta alle tante famiglie che si prendono cura dei propri cari.
- Risposta ricevuta nel corso della seduta del 23 marzo 2021:
SEGNANA (Assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia – Lega Salvini Trentino):
Grazie, Presidente. Corrisponde al vero che gli accertamenti di invalidità civile sono, allo stato attuale, effettuati sulla base dell’esame della documentazione di interesse sanitario presentata dagli interessati, come previsto dalla delibera della Giunta provinciale n. 344 del 13 marzo 2020, che, in tema di semplificazione amministrativa e procedurale riguardante gli accertamenti della disabilità, a seguito dell’adozione delle misure di contenimento dell’infezione da Covid 19 sull’intero territorio nazionale, ha autorizzato l’Azienda provinciale per i servizi sanitari a sospendere per la durata dell’emergenza pandemica le visite mediche di accertamento della disabilità, autorizzando, in via eccezionale, gli organi tecnici dell’unità operativa di medicina legale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari ad accertare le situazioni di disabilità nei casi in cui la documentazione allegata alla singola domanda e quella eventualmente reperibile negli archivi informatici aziendali indichino in maniera evidente l’esistenza del diritto della persona ad ottenere benefici economici assistenziali e socio-sanitari previsti dalla legislazione vigente.
Per quanto riguarda le modalità organizzative della valutazione della disabilità, la valutazione allo stato attuale è ancora effettuata sulla base dell’esame della documentazione di interesse sanitario. Le uniche attività istituzionali programmate di valutazioni in presenza sono quelle collegiali: l’accertamento dell’idoneità alla guida, effettuato nelle giornate di lunedì, martedì e giovedì, ogni settimana dalla commissione preposta; la valutazione delle condizioni visive, effettuate con cadenza bimestrale dalla commissione preposta e presieduta dal direttore facente funzioni dell’unità operativa; la valutazione della sordità civile, effettuata con cadenza trimestrale dalla commissione preposta e presieduta dal direttore dell’unità operativa. Le singole istanze di valutazione della disabilità sono vagliate dai responsabili dell’unità operativa per identificare le condizioni di urgenza, in modo da attivare un percorso di prioritarizzazione delle stesse per i casi che presentino necessità di una valutazione in tempi brevi: malattie neoplastiche o disabilità che richiedono un intervento assistenziale immediato. Le istanze sono quindi assegnate ai singoli dirigenti medici, che provvedono poi, nel rispetto della tempistica di presentazione delle domande, all’esame della documentazione di interesse sanitario allegato al fascicolo. Solamente dopo un attento esame di tutta la documentazione sanitaria, ivi compresi anche eventuali piani assistenziali predisposti dagli operatori delle cure primarie, si procede con la valutazione definitiva. Per quanto riguarda invece i casi in cui la documentazione sanitaria agli atti risulti insufficiente, si procede alla convocazione diretta del paziente a visita, al fine di chiarire ogni dubbio in merito alla reale situazione di disabilità e di bisogno esistenziale. Le statistiche relative alle valutazioni della disabilità effettuate nel corso dell’anno 2020 sono sostanzialmente sovrapponibili a quelle degli anni precedenti, sia per quanto riguarda il numero di accertamenti, che per quanto riguarda gli esiti delle stesse valutazioni, non discostandosi significativamente la percentuale di riconoscimento del diritto al beneficio dell’indennità di accompagnamento rispetto alla situazione pre-emergenziale.
- Replica consigliere Claudio Cia:
CIA (Fratelli d’Italia): Grazie Presidente. Ho ascoltato attentamente la risposta dell’assessora, quindi capisco dalla risposta che si va avanti così. A me dispiace, assessora, che si debba andare avanti così, perché vorrei far notare che quando lei parla di documentazione presentata dagli interessati, spesso questa documentazione è rappresentata da lettere di dimissioni di ricoveri precedenti e da visite fatte in data spesso molto lontana da quando c’è un aggravamento del quadro clinico del paziente. Io vorrei ricordare che l’aggravamento, soprattutto per gli anziani, in teoria dovrebbe essere certificato poi da una visita del geriatra e da una visita del fisiatra, ma è evidente che diventa impossibile fornire una documentazione aggiornata allo stato in cui ha determinato la domanda di invalidità. Perché spesso, se noi facciamo la richiesta di una visita geriatrica o fisiatrica, ci vuole un anno per avere l’appuntamento.
Il fatto che il medico di base attesti che il paziente non è in grado di compiere le funzioni proprie del vivere quotidiano, credo che vada considerato alla stregua dei certificati degli specialisti, magari risalenti a chissà quando. Io credo che accertare la non autosufficienza senza aver visto il paziente sia un atto non corretto, sia un falso, mi verrebbe da dire, in atto pubblico. Perché non è possibile. Io ho visto casi, sono stato interpellato da tantissime famiglie, sono andato a visitare questi pazienti e vi garantisco che non mi si può dire dalla medicina legale che è in grado di svolgere le funzioni proprie del vivere di tutti i giorni uno allettato, uno che deve essere imboccato, uno che deve essere lavato o uno che deve essere vestito. Quindi, assessora, io capisco l’emergenza Covid, ma se il medico di base mi dice che ha bisogno di assistenza continuativa, come il medico di medicina legale tiene buoni i certificati vecchi chissà da quanto, io credo che debba partire dal certificato del medico di medicina generale, poi la medicina legale deve dare l’autorizzazione a tutti quelli che sono i benefici che derivano da una diagnosi del genere e poi può visitare il paziente, magari in un tempo diverso, per fare una valutazione più approfondita. Però, così non si può andare avanti.